Per anni ho prediletto le letture anglo americane. Che spesso voleva dire anche anglo indiane o anglo asiatiche. Mi affascinava il mescolamento delle culture, con incontri e scontri, scambi che arricchivano la lingua oltre che i racconti.
Poi siccome il mondo gira e il mutamento è parte costante della vita, mi sono avvicinata ai tedeschi. Per caso, un po’, ma anche perché dal punto di vista di una persona qualsiasi la Germania è quel paese ricco, potente, ecologicamente sensibile, ordinato, piacevole, ma che quasi cento anni fa ha dato luogo a uno dei regimi più terribili che il mondo abbia mai dovuto subire. Sappiamo che di nefandezze l’umanità ne ha commesse tantissime, ma il nazismo sembra aver superato tutti se non nell’orrore, di certo nella sistematicità, nella pervicacia minuziosa, e soprattutto nella documentazione. Non poteva essere senza conseguenze. Doveva arrivare il momento della riflessione, dell’indagine, della parola e della scrittura. E in effetti sta succedendo.
Oddio, magari succede da un po’ ma le traduzioni da noi stanno arrivando solo ora. Ci sta.
Del resto, la Germania è un paese di grandi lettori, e con una meravigliosa tradizione. E così mi sono trovata, involontariamente o casualmente, solo seguendo la mia curiosità, a comprare libri tedeschi.
La trilogia di Carmen Korn. Le api d’inverno di Norbert Scheuer. Sono solo all’inizio. Ho la sensazione che continuerò.
E questa è sempre una delle cose meravigliose della lettura. Che più leggi e più hai voglia di leggere. Che più conosci e più ti rendi conto che non conosci e che desideri, vuoi, aspiri a conoscere.
Una vita non basta, di certo.
Meno male!
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