PerfectBook incontra Marco Magnone

L’Europa in viaggio di Marco Magnone, edito da Add, non è un romanzo eppure contiene tante storie, non è un saggio ma riporta fatti e dati. Non importa la definizione o il genere in cui può rientrare il libro, conta ciò che comunica e le idee a cui dà vigore.

“Nasce dalla mia voglia di raccontare la mia idea di Europa. Ero stufo di ascoltare piccoli o grandi stereotipi che nascono dall’idea che ognuno di noi sia una cosa sola – ci spiega l’autore, incontrato a Cuneo per la rassegna scrittorincittà – Scrivendo romanzi ho capito che siamo pieni di contraddizioni. L’identità può essere usata come una colla, perché anche se siamo tutti diversi in realtà siamo accomunati da qualcosa. Ognuno di noi è tante storie insieme”.

Marco Magnone

Magnone, scrittore di molti libri per ragazzi, con L’Europa in viaggio parla a lettori di ogni età mantenendo però un dialogo privilegiato con i giovani perché vuole “provare a costruire uno sguardo diverso sul mondo”. Di fondo, spiega l’autore nel primo capitolo che fa da introduzione riprendendo una chiacchierata avvenuta con l’amico e collega Fabio Geda, c’è il desiderio di dare voce a realtà che uniscono e possono costruire un futuro abitato dalla bellezza; ha raccolto così storie che “ci permettono di creare qualcosa di più grande di noi. Qualcosa capace di tenerci insieme, nonostante le differenze”.

Ci troviamo immersi in un libro che è come un viaggio dentro esperienze concrete che parlano positivo. La prima tappa è l’isola norvegese di Utoya, “un angolo d’Europa fuori dall’Europa”, dove il 22 luglio 2011 un uomo uccise 69 ragazzi che erano lì per vivere immersi nella natura e costruire ponti e dove nel 2015 oltre 1200 giovani sono tornati per dimostrare che nonostante le cicatrici e il dolore ci si può rialzare e si può lavorare per una società senza odio e violenza. Poi si va a Ventotene, luogo di esilio per gli oppositori del regime fascista, in cui nel 1941 Altiero Spinelli e Ernesto Rossi diedero forma a un manifesto per la promozione dell’unità europea, e ancora a Lampedusa tanto nota per gli innumerevoli sbarchi di migranti dove decine di medici e volontari si impegnano per una giusta accoglienza e assistenza sanitaria.

Inoltre, per compiere questo percorso che tenta di tenere in equilibrio sogni e realtà, Marco Magnone ha scelto compagni di viaggio che sono voci autorevoli capaci di contrastare idee di chiusura. Il risultato è una bella lettura ricca di spunti e riflessioni, che si concentra su modelli positivi e sull’abbattimento dei muri di indifferenza e discriminazione (senza dimenticare quelli materiali che purtroppo vengono costruiti), tenendo presente che lo stesso linguaggio può seminare odio e allora va cambiato. Infine, Magnone invita a riscoprire e a riappropriarsi del vero significato della parola “politica” che negli anni si è sporcato sempre più… Quindi il viaggio (di ogni lettore e non solo) continua guardando in faccia “quella possibilità che oggi è diventata una necessità”: l’Europa.  

Quale idea di Europa hai voluto comunicare attraverso storie e incontri che racconti nel libro?

L’Europa spesso è percepita come uno stereotipo lontano dalla vita dei ragazzi. Nel libro ogni capitolo è incentrato invece su vite e storie reali. Ho cercato di raccontare come l’Europa sia soprattutto educazione alla complessità per guardare il mondo che non rinuncia all’identità, identità che si nutre delle diversità e l’accettazione di questo fa capire che siamo tutti uguali.

Marco Magnone a scrittorincittà

Cosa significa scrivere libri per ragazzi?

La vita brucia durante l’adolescenza. Crescendo tendiamo a diventare più cinici, si spegne l’entusiasmo. Il punto è continuare a non perpetrare la differenza tra generazioni, ma recuperare uno sguardo capace di emozionare e emozionarci.

Come si possono invogliare i ragazzi alla lettura?

Bisogna provare a stimolare su un punto: abbattere la cattedrale. Spesso la lettura è vista come qualcosa di lontano e polveroso, come qualcosa da imparare e non perché anche le storie possono insegnare e aiutare a sciogliere dei nodi. Le storie dei libri possono essere come i film e la musica: meravigliosi modi per farci prendere punti di vista altri e emozionarci

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