#LostInTranslation

Era un bellissimo film, quello dal titolo Lost in translation. Ed era un bellissimo titolo, ricco di sfumature e sottintesi.

Io quando posso leggo i libri in lingua originale. Lo posso fare solo con il francese e l’inglese, ma per fortuna la produzione anglo-americana di questi tempi è la più ricca e interessante.

Leggere in una lingua che non è la propria comporta una certa fatica, e un ritmo di lettura rallentato. L’inglese è una lingua che non assomiglia all’italiano, neanche lontanamente, e quindi leggere in inglese vuol dire aprire e utilizzare una parte della mente diversa (forse i neuroscienziati userebbero termini più precisi, ma credo che ci possiamo capire), e quindi rapportarsi in modo diverso con quello che succede nel libro. Vuol dire cogliere la musicalità della lingua, il tono, il ritmo prima del significato. Vuol dire avere la pazienza di aspettare di essere entrati in pieno in un libro prima di capire tutto tutto. Vuol dire camminare per una strada di cui non si vede lo svolgimento, scoprendola passo dopo passo, come all’alba di una giornata di prima estate, quando sappiamo che la luce inonderà tutto ma noi siamo usciti presto e sta albeggiando. Vuol dire imparare le parole che non si conoscono attraverso quelle che stanno loro intorno. Vuol dire estraniarsi dal proprio mondo in una maniera ancora più profonda e dissonante.

E’ un’esperienza bellissima. Completa, personale, diversa per ognuno e per ogni libro. Impegnativa e un po’ frustrante all’inizio. Ma soddisfacente come poche altre. E come dicono gli americani: no pain, no gain…

One Comment

  1. 2 Aprile 2016
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    Lo avevo sempre pensato e le tue parole me lo hanno confermato: cosa significa leggere in lingua originale.

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