Eccomi anche io a scrivere il mio primo post per il blog nuovo di zecca di PerfectBook. Ammetto di essere contenta e onorata di far parte di una squadra così.
E siccome la nostra rubrica si chiama Read Your Life, voglio raccontarvi una storia che riguarda la mia vita di lettrice.
Qualche giorno fa per caso fa ho ritrovato un piccolo libro. Avevo scordato quel volumetto, che però, ora l’ho capito, per me era stato fondamentale.
Si tratta del primo romanzo che ricordo di aver letto per intero. Era il 1990 e avevo dieci anni. Vi copio la trama:
In un Impero immaginario, invaso dai barbari, una bambina di famiglia modesta, Peonia, ha una rivelazione che modificherà il suo destino. Seguendone le indicazioni si trasferisce successivamente nella capitale, in un villaggio tra le risaie inondate, infine nel castello del Lupo Nero, arroccato sui monti del settentrione e dominato dall’orgogliosa e forse infida Lungaspina. Qui conosce Fenice, il cui destino è collegato al suo; divenute amiche, lo affronteranno insieme.
L’editore era E. Elle, che l’anno successivo avrebbe acquistato Einaudi, e l’autrice si chiamava Beatrice Solinas Donghi. Ho cercato in rete informazioni su di lei e ho scoperto che era ligure e che è mancata da poco, a ottobre. Aveva esordito come scrittrice per Feltrinelli nel 1959, grazie al supporto di Giorgio Bassani e Anna Banti. La storia è un racconto per bambini di livello “arancione” come si vede dalla copertina, il massimo di difficoltà prima di passare alle letture per grandi.
Quell’estate sarebbe stata l’ultima della mia infanzia, anche se, a dire il vero, era da un po’ che avevo smesso di sentirmi bambina, dal momento che ero molto più alta delle mie coetanee. Tuttavia, adesso lo ricordo alla perfezione, quel libricino mi aveva aiutata a crearmi un mio mondo in cui, a differenza di quello reale, ero ancora la piccola Noemi che poteva sognare e incantarsi di fronte alle storie, e ai disegni, perché il libro è illustrato da Nella Bosnia.
Il filo del destino da allora si è allungato parecchio e mi ha portata fino a qui.
Dicembre 2015: ho trentacinque anni e non sono più la ragazzina più spilungona della classe costretta a sembrare già adulta. Anzi, oggi per una beffa della vita, faccio parte di una generazione obbligata invece a sembrare eternamente bambina, e mi ritrovo a vedere l’età adulta come un miraggio.
Comunque, divagazioni a parte, se ora penso a quale sia l’ultimo libro letto, o meglio, quello che sto leggendo proprio adesso, è ancora Einaudi ed è di nuovo ambientato in Cina.
Si chiama Più gentile della solitudine, di Yiyun Li. I protagonisti non sono più bambine innocenti, ma immobiliaristi rampanti, ricercatori di laboratorio e factotum di ricche signore. Il tema dell’amicizia però, che aiuta a sopportare la vita e a scoprirne la bellezza, quello è rimasto. L’autrice è straordinariamente brava, questo libro per me è un capolavoro. Tanto che il New Yorker ha inserito Yiyun Li tra i venti migliori scrittori americani con meno di quarant’anni nel 2010.
E che dire di me? Il mio percorso mi ha portata sempre allo stesso punto ma con colori ed emozioni nuove. Mi considero, tutto sommato, una lettrice fortunata, cui le storie arrivano come doni, di cui spero di avervi restituito un po’ di sapore.
Nota del Team di PerfectBook. I libri citati nell’articolo non sono frutto di accordi di sponsorizzazione o collaborazioni con le case editrici di appartenenza.
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