L’emozione è al centro del progetto di PerfectBook e con emozione io mi trovo questa volta non a leggere, bensì a scrivere il mio primo articolo.
Sono infatti contenta di avere avuto la possibilità di intervistare Rosaria Russo, autrice del libro La memoria del sangue, edito da Libromania: quante volte ci capita di avere domande per lo scrittore del libro che stiamo leggendo, curiosità, dubbi? A me sempre, e questa volta ho potuto avere delle risposte. Con quest’intervista ospitiamo sul blog di PerfectBook la tappa finale del blogtour dedicato a questo libro.
Un’intervista che vuole cogliere l’essenza della lettura in stile PerfectBook: con uno sguardo alle ambientazioni, ai personaggi e ai rapporti che intercorrono tra di loro, ma anche a ciò che ha provato l’autrice scrivendo il libro, cercherò di trascinarvi nelle emozioni che questo thriller evoca.
La memoria del sangue narra di Stella, ex poliziotta diventata traduttrice, che ritorna a Portici, sua città natale dove ritrova le tracce di un passato che credeva essersi lasciata alle spalle e un presente macchiato del sangue di bambini innocenti. La sua paura cresce quando si accorge che c’è un legame tra il libro che sta traducendo e la vicenda che sta vivendo, così il suo animo da poliziotta torna prepotentemente a galla.
Documentandomi, sono subito stata colpita dal fatto che Rosaria ha scelto di ambientare il proprio libro nella città in cui vive, Portici. Mi sono messa nei suoi panni, e mi sono chiesta che emozione possa aver suscitato immaginare i personaggi tra la gente che la abita e Rosaria ha ammesso che è stata “una forte emozione”. “Inoltre – ha aggiunto – credo che descrivere luoghi che si conoscono bene dia una marcia in più alla storia”. Dalle foto Portici mi è sembrata una città piena di vita: l’autrice avrà trovato difficoltà nell’intravedere sotto questo sole un lato oscuro, una storia cupa come quella che ha raccontato? Rosaria me lo ha confermato: ” Sì, è stato difficile, ma anche divertente. Immaginare i luoghi in cui vivo fare da sfondo a scene macabre fa un certo effetto.”
Le vicende dei personaggi sono spesso originate da emozioni trattenute: la protagonista, Stella, ha un carattere molto forte e, allo stesso tempo, sembra voler trovare un porto sicuro per potersi finalmente concedere di dare sfogo alle proprie emozioni. Ho chiesto a Rosaria da dove derivi questa forza e, riflettendo su quanto la storia della letteratura sia costellata da grandi figure femminili, sono stata anche curiosa di sapere se lei sia particolarmente affezionata a una di queste: “E’ una forza che nasce dalle difficoltà della sua vita. Inoltre, se ti riferisci a protagoniste di libri ti dico Jo March, mentre come scrittrice adoro Karin Slaughter”.
Spesso capita che uno scrittore metta qualcosa di sé e del suo modo di vivere nelle emozioni e nella vita dei protagonisti: Stella ha una sorella a cui è molto legata e che ha un carattere decisamente diverso dal suo. A quale delle due Rosaria si sente più vicina nell’affrontare le decisioni della vita? “Sicuramente a Stella. Sono una donna determinata ma anche un po’ introversa, forte quando serve. Non ho dubbi sulla mia somiglianza con lei. Ma è sicuramente più coraggiosa di me di fronte al pericolo”.
A fare da contraltare alle protagonisti femminili ci sono i personaggi maschili che circondano Stella: a volte la deludono, a volte cercano di amarla e di proteggerla, ma lei si sottrae sempre in ultima istanza. Forse il rapporto di Stella con l’amore è stato influenzato da quello, molto doloroso, con suo padre: “Sì, l’abbandono di suo padre ha segnato la sua vita per sempre. Ogni volta che una figura maschile entra nella sua vita ha paura che possa andare via. Per questo preferisce allontanarlo”.
Cosa particolare di questo thriller è che neanche all’assassino viene negata un’umanità, un trascorso che lo ha portato a diventare ciò che è. Nel quarto capitolo Rosaria scrive: “Quale mostro può fare del male a dei poveri bambini innocenti? Forse chi ha passato la stessa sorte, una persona con problemi fisici o mentali che conosce la diversità”. Non mi pare sia il classico ritratto di un assassino: quanto è stato complesso e cosa ha comportato riuscire a trovare un’umanità anche in chi compie crimini così efferati? “Io credo che in tutti ci sia un’umanità o una ragione che tale umanità ha fatto perdere. Mi ha incuriosito scavare nella mente dell’assassino del mio libro”.
PerfectBook cerca di dare “un volto” ai libri tirandone fuori le emozioni che suscitano, lasciando la parola ai lettori: qui ho colto l’occasione per chiedere direttamente all’autrice di scegliere tre emozioni per descrivere questo romanzo. “Paura, solitudine, amore”. Potrebbe essere un simpatico esercizio provare a leggere il libro e vedere se risveglia in voi proprio le emozioni di cui parla Rosaria! Ancora una domanda, qual è il messaggio destinato ai lettori? “Che nella vita non bisogna mai pensare che il passato sia dietro le spalle. Torna sempre”.
Abbiamo parlato non solo delle emozioni dei personaggi e dei lettori, ma anche di quelle di Rosaria. Ho tentato infine di avvicinarmi un po’ di più alla sua vita da scrittrice chiedendole cosa ha provato nel vedere pubblicato il proprio libro e se la scrittura sia un sogno coltivato da lungo tempo: “Fin da piccola scrivevo storie. Ovviamente vedere pubblicato un mio libro è meraviglioso, ma ora comincia il difficile: farsi conoscere e farlo amare”.
L’intervista si è conclusa con una speranza per tutti i lettori che hanno amato questo libro caratterizzato da un finale aperto. Potremo leggere a breve una nuova avventura di Stella? “Assolutamente sì, ci sto già lavorando”.
Allora non posso che dire…a presto, Rosaria!
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