#libriinvolo

Sono da poco tornata da un viaggio molto bello. Un viaggio unico, nella vita di una persona, già di per sé, ovvero il viaggio di nozze. In più, la destinazione era l’Australia, uno dei luoghi più lontani da noi da tanti punti di vista. Questo, tuttavia, non è un articolo sulla letteratura australiana (alla quale meriterebbe dedicare uno spazio a sé, chissà che non capiti…). Questo è un articolo che vuole riconnettere la lettura al senso del viaggio. Dopo i #ViaggiNellaNebbia del post precedente a questo, ho provato infatti una bellissima sensazione. Il libro è un viaggio, mi sono ritrovata a pensare. Ed è proprio così.

Viaggiare, infatti, è una grande fortuna e un privilegio. Per me la meta dell’Australia, ad esempio, era un desiderio di tanti anni. Ma non sempre il senso del viaggio è lo spostarsi fisicamente, qualche volta davvero un viaggio può essere un’esperienza immateriale. Una scelta, una relazione umana o, appunto, un libro.

Mentre ero in volo, sull’aereo, tra un film e l’altro e tra una porzione di cibo-da-aereo e l’altra, mi è capitato di leggere alcune pagine di un romanzo molto particolare. Si tratta di Vedi alla voce: amore di David Grossman.

Questo romanzo è, tocca dirlo, tutt’altro che un viaggio facile, di quelli da cui si torna uguali a prima. Questa storia è di quelle importanti, che ti trasformano. E la cosa è chiara fin dalle prime pagine. Pagine che ho dovuto leggere e rileggere parecchie volte per capirle. Apparentemente, infatti, si tratta di pagine “semplici”. Il punto di vista è quello di un bambino, il piccolo Momik. Ben presto, però, ho realizzato che il mondo infantile, e Momik ne è l’ennesima conferma, è tutt’altro che facile da decifrare. Questo bimbo in particolare, poi, si trova a fronteggiare tematiche molto complesse e dolorose come quella dell’Olocausto che lui all’inizio non comprende e prova a decodificare.

Ecco, forse la parola “decodificare” allora si abbina bene al viaggio che i libri ti permettono di compiere. Scoprire il linguaggio dei personaggi serve a scoprire il nostro stesso mondo interiore oltre che il mondo là fuori, pieno di enigmi, di tante domande e poche risposte.

— Immagine di copertina ideata e prodotta da Brad Woodard —

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