#ilsaperedeigatti

Per una settimana, verso la fine di agosto, in casa mia ha abitato un topo. Non pensate a quei simpatici topolini di campagna, o a un criceto o a quelle creature che gli esseri umani tengono dentro le gabbiette (le cavie?). No, il mio, cui con il mio ragazzo abbiamo dato anche un nome, ovvero Naus (potete immaginare il perché) era proprio un topo di fogna. “Beh, un cucciolo di fogna” ci disse l’addetto alla derattizzazione – il quale ci mancava pochissimo si facesse un selfie con lui, mentre per fortuna si è limitato a scattargli una foto perché era veramente gigantesco e voleva mostrarla ad amici e parenti – con sguardo compassionevole. Sarà stato anche un cucciolo, ma a me ha mandata nel panico.

Vi risparmio i dettagli della (dis)avventura ma dovete sapere che avevo traslocato da poco e che quindi tutti i miei libri se ne stavano sparpagliati nella camera da letto in attesa di essere smistati. Libri sopravvissuti al trasloco e al “magico potere del riordino”, va detto, ma erano comunque tantissimi. Ebbene, Naus – sicuramente un lettore forte come un vero topo da biblioteca – ha abitato proprio in mezzo ai libri per giornate interminabili, di fatto monopolizzando l’alloggio. Ahimé ben distante dai vari topi dell’immaginario collettivo come l’improbabile Mickey Mouse, come Ratatuille o Firmino, c’è da specificare che Naus era un topo in carne e ossa e coda chilometrica, il che significa che il minimo che ha potuto fare è stato mangiare la gran parte dei miei libri e vi risparmio il resto. Uno dei pochi romanzi sopravvissuti al suo passaggio, sarà una coincidenza, si intitola Io sono un gatto. Lo ha scritto uno dei massimi scrittori giapponesi di tutti i tempi, Natsume Soseki, tradotto per noi da Antonietta Pastore, ed è una perla di bellezza e divertimento. Si tratta della storia di un gatto che osserva il mondo dal proprio peculiare punto di vista. L’accuratezza e la maestria di questa narrazione sono speciali. Il gatto prende nota di tutti gli spostamenti e gli amici e gli stati d’animo del suo padrone e ha un’anima autentica ed è simpatico.

Io sono un gatto. Un nome ancora non ce l’ho. Dove sono nato? Non ne ho la più vaga idea. Ricordo soltanto che miagolavo disperatamente in un posto umido e oscuro.

A vostra consolazione, la storia ha un lieto fine. La mia, intendo, perché quella del romanzo non ve la dico… Dopo qualche giorno dai fatti del topo, a casa è arrivato Cosimo, un gattino nero e molto vivace che secondo me ci osserva e prende appunti sulle stranezze più disparate dell’animo umano!

One Comment

  1. […] gli occhi. Intanto, mentre scriviamo queste righe (non dettate dalla par condicio per l’articolo #ilsaperedeigatti postato da Noemi Cuffia quanto piuttosto dal divertimento tratto dalla lettura), fuori qualcuno […]

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